Possibili danni e lesioni nell'utilizzo di attrezzature, apparecchi e utensili

Lavorare con utensili a mano, manuali o motorizzati, è la seconda attività che causa il maggior numero di infortuni gravi.

Quando analizziamo delle attrezzature in cui la manualità è una componente fondamentale troviamo anche nei dati degli infortuni una conferma della necessità di porre la massima attenzione: le lesioni più comuni sono ancora le contusioni, le lussazioni, le ferite e le fratture ma se controlliamo la fonte dell’infortunio, al primo posto vi sono i materiali utilizzati e al terzo posto gli utensili. Lavorare con utensili a mano, manuali o motorizzati, è la seconda attività che causa il maggior numero di infortuni gravi. Le parti del corpo più colpite sono di nuovo le mani, seguite dalla testa e dalle braccia.

Il rischio di infortunio deriva quindi dall’utilizzo di attrezzature o utensili ma anche dagli stessi materiali in lavorazione che possono essere essi stessi una fonte di pericolo, come i pezzi pesanti o taglienti, ma che possono anche essere proiettati verso l’utilizzatore dagli apparecchi e dagli utensili usati. Dai dati statistici risulta che le attrezzature con cui accadono più frequentemente infortuni sono gli apparecchi a funzionamento rotante, come i trapani o le mole.Come abbiamo già accennato, la più diffusa malattia che può essere causata dall’utilizzo di attrezzature, in particolare dagli apparecchi portatili, è la diminuzione dell’udito causata dal rumore.

Molto frequenti sono anche le malattie e i disturbi muscolo-scheletrici (DMS). Questi disturbi colpiscono i muscoli, le articolazioni, i tendini, i legamenti, i nervi, le ossa e il sistema circolatorio locale. La maggior parte dei DMS è costituita da disturbi di tipo cumulativo, frutto quindi di un’esposizione ripetuta a carichi di alta o bassa intensità per un periodo di tempo prolungato associati a ripetizione di movimenti, posizioni scorrette e statiche, posizioni sedute o erette, compressione esercitata localmente da utensili e superfici, vibrazioni, freddo o caldo eccessivo o altre situazioni di tensione fisica prolungata con contrattura muscolare e affaticamento. Questi disturbi interessano prevalentemente la schiena, il collo, le spalle e gli arti superiori, ma possono anche colpire gli arti inferiori. Molti di questi disturbi sono “aspecifici”, poiché si manifestano soltanto sotto forma di dolore o fastidio, senza chiari segni di alterazioni particolari.

Sono anche possibili disturbi o malattie all’apparato respiratorio causate dall’esposizione alle polveri emesse durante le lavorazioni. Queste polveri possono provocare irritazioni o disturbi temporanei ma anche, se inalati in quantità e per un tempo sufficiente (in assenza di opportune misure di protezione collettive e personali), lesioni permanenti. Anche l’esposizione alle vibrazioni può essere una fonte di disturbi e lesioni (anche queste saranno trattate in uno specifico fascicolo).

Infine, anche il contatto con fluidi lubrificanti da taglio o da raffreddamento, generalmente impiegati nelle lavorazioni dei metalli, può costituire una fonte di esposizione ad agenti irritanti e tossici, causando allergie cutanee e dermatiti, ma anche ad agenti cancerogeni [1]. In questi liquidi è inoltre è possibile lo sviluppo di batteri che possono causare anch’essi dermatiti, allergie e patologie respiratorie. La gravità di questi disturbi dipende dl tipo di fluido, dalla durata e dal livello di esposizione.

Disturbi e malattie possono però essere prevenuti in tempo con specifiche misure di prevenzione e protezione, tra cui fondamentale è la conoscenza dei rischi e dei comportamenti per evitare conseguenze dannose per la nostra salute.


[1] Fonte: Ispesl

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